HALL OF HAPPINESS

L’AULA DELLA FELICITA’

For english text see below

“Hall of Happiness”: questo breve testo, quasi un poema, é stato scritto dal Prof. Cheng Man Ching ed era appeso nella sala della scuola Shr Jung (The Shr Jung School for Culture and the Arts), da lui fondata a New York. 

Contiene un pensiero lucido e chiaro rispetto alla pratica della disciplina e le sue più profonde motivazioni, che si trovano espresse nel desiderio di fare un percorso di apprendimento continuo, in collaborazione felice con gli altri praticanti.

Una nota riguardo alle parole “le tre gioie del Jung Kung” citate nel testo:  Jung Kung riflette una visione tradizionale cinese del mondo, e comprende una prima gioia,  quella di essere nati umani, seconda di essere nati maschi (ai tempi gli unici a poter ricevere una educazione), e terza una lunga vita.  Ma, prosegue Cheng Man Ching, la felicità non si trova qui, ma nella potenzialità di poter  migliorare sempre le nostre abilità e la nostra salute.

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” Possa la gioia eterna trovarsi in quest’aula.   Non la gioia di una grande festa, che incomincia a svanire appena lasciamo la tavola, e nemmeno quella della musica, che dura poco.  La bellezza ed un viso grazioso sono come i fiori; durano un po’, poi muoiono.  Anche la nostra giovinezza ci sfugge, e sparisce.

No, la gioia che dura non si trova in queste cose, e nemmeno nelle tre gioie del Jung Kung.  Dobbiamo semplicemente dimenticarle, perché la gioia che intendo è un mondo lontano da queste.

E’ la gioia della crescita continua, dell’aiutare a sviluppare, in noi stessi e negli altri, i talenti e le capacità di cui siamo dotati, il dono del cielo a noi mortali.  E’ la gioia che dà energia alla persone stanche, e ringiovanisce le persone in declino, in modo di poter cacciare la malattia e il dolore.

Che il vero affetto e felicità siano presenti in quest’aula.  Qui possiamo correggere gli errori passati e non preoccuparci più di noi stessi.  Come i pianeti nel loro corso costante, o il drago nel suo sentiero avvolto nelle nuvole, entriamo nelle terra della salute e camminiamo entro i suoi confini.

Rafforziamoci  contro la debolezza e cerchiamo di aver fiducia in noi stessi,  senza un momento di pausa. Così la nostra risolutezza diventerà come l’aria che respiriamo, come  il mondo in cui viviamo; così saremo felici come i pesci che nuotano nelle chiare acque.

Questa è la gioia duratura, che possiamo portare con noi fino alla fine dei nostri giorni.  E ditemi, se potete: quale maggiore felicità può darci la vita? “

Potete trovare il testo anche nel sito della famiglia del Grand Master Cheng Man Ching.

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HALL OF HAPPINESS

The following poem, written by Professor Cheng, hung in the training hall at his New York Shr Jung school (The Shr Jung School for Culture and the Arts) and summarised the core principles and ideas for practicing the cultural arts that he taught.

It expresses in a very clear fashion how the discipline should be practised, and identifies the profound motivations underlying this discipline,  in particular the desire to begin along a road of continuous growth,  learning and perfection, together and in harmony with other practitioners.

The “three joys of Jung Kung” cited in the text should be explained with a brief reference to Chinese culture:  Jung Kung is the traditional Chinese view of the world, which includes a first joy, that of being human; a second joy, that of being a man (at the time only men were able to receive an education); and third, a long life.

But, as Cheng Man Ching writes, happiness is not in these joys alone, but in the possibility of continuously improving ourselves and our health.

 

” May the joy that is everlasting gather in this hall. Not the joy of a sumptuous feast, which slips away even as we leave the table; nor that which music brings, it is only of a limited duration. Beauty and a pretty face are like flowers; they bloom for a while, then die. Even our youth slips swiftly away and is gone.

No, enduring happiness is not in these, nor in the three joys of Jung Kung. We may as well forget them, for the joy I mean is worlds away from these.

It is the joy of continuous growth, of helping to develop in ourselves and others the talents and abilities with which we were born – the gifts of heaven to mortal men. It is to revive the exhausted and to rejuvenate that which is in decline, so that we are enabled to dispel sickness and suffering.

Let true affection and happy concourse abide in this hall. Let us here correct our past mistakes and lose preoccupation with self. With the constancy of the planets in their courses or of the dragon in his cloud wrapped path, let us enter the land of health and ever after walk within its bounds.

Let us fortify ourselves against weakness and learn to be self reliant, without ever a moment’s lapse. Then our resolution will become the very air we breathe, the world we live in; then we will be as happy as a fish in crystal waters. This is the joy which lasts, that we can carry with us to the end of our days. And tell me, if you can; what greater happiness can life bestow?”

The orginal English text can also be found at the official Cheng Man Ching family web site.

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